Ubuntu è diventata nel giro di pochi anni la distribuzione GNU/Linux di riferimento su Desktop. Lungo la strada ci sono state alcune incertezze, ma anche notevoli successi, primo tra tutti l’accordo con Dell per la vendita di alcuni modelli di laptop con Ubuntu di serie.
Tralasciando le statistiche, è possibile utilizzare come termometro del buon lavoro fatto (almeno a livello di marketing) la constatazione che tra amici e conoscenti (anche parecchio distanti dal mondo dell’informatica) la parola linux non è più un tabù. La convinzione diffusa che sistema operativo e hardware siano la stessa cosa sta lentamente ma inesorabilmente cadendo.
I meriti di questo cambiamento ovviamente non sono strettamente legati ad Ubuntu ma vanno inquadrati nel periodo che stiamo vivendo.
Prendiamo l’estrema diffusione di servizi completamente utilizzabili dal web.
Gran parte della popolazione è in grado di coprire tutte le proprie esigenze informatiche semplicemente utilizzando un browser, un file manager e un lettore multimediale. In uno scenario di questo tipo un prodotto che ha il vantaggio di essere gratuito, non troppo assetato di risorse computazionali e sicuro può giocare sicuramente un ruolo importante.
Altro fattore rilevante è l’esplosione del settore smartphone e l’aumento della quota di mercato dei sistemi Apple. Un vastissimo numero di persone ha potuto constatare che fruizione e produzione di contenuti digitali sono effettivamente possibili anche all’infuori dell’accoppiata “Windows + PC”.Come sta affrontando Canonical, società sponsor di Ubuntu, questa realtà? Sta spingendo in maniera convinta su 2 fronti:
- Il miglioramento della user experience
- La ricerca di nuovi mercati e di accordi con i produttori di hardware
I due progetti chiave di questa strategia sono Unity e Ubuntu Light. Unity è una reinvenzione parziale del desktop che equipaggerà proprio Ubuntu Light.
È Ubuntu Light comunque la chiave della nuova strategia. L’obbiettivo dichiarato di Mark Shuttleworth (fondatore di Canonical) è quello di fornire un sistema “instant on” per tutti gli OEM che volessero diversificare il proprio prodotto proponendo un sistema con un dual boot Windows+Ubuntu.
[Fonte: Appunti Digitali]