Cambridge – Prendono ufficialmente vita le WCAG 2.0: ovvero la seconda attesissima versione delle linee guida sull’accessibilità per il Web. L’annuncio lo ha dato lunedì scorso il World Wide Web Consortium dal proprio sito: pubblicazione definitiva entro la fine del 2008 e stato di “Proposed Recommendation” per l’ultima versione.
Il travaglio è stato lunghissimo: la prima bozza di queste nuove linee guida risale addirittura agli inizi del 2001. Le WCAG, fin dalla loro prima versione, hanno lo scopo di creare un Web mondiale realmente accessibile per qualsiasi fascia di utenza. Solo in Italia, per esempio, gli utenti di Internet affetti da una qualche disabilità sono stimati fra i 500 ai 650 mila. Ma il numero è in costante crescita ed esclude quell’ampia fascia di individui non propriamente disabili ma che godrebbe comunque di grandi vantaggi dall’uso di siti accessibili (persone con difficoltà di vista, con difficoltà a concentrarsi, facili a stancare gli occhi, anziani e così via).
Ma quali sono le novità delle nuove WCAG? A una prima analisi si capisce subito come il primo obiettivo del gruppo di lavoro del W3C non sia stato tanto quello di rivoluzionare le precedenti norme, quanto piuttosto quello di renderle interoperabili e completamente indipendenti dalla tecnologia utilizzata. In sostanza: non importa che il Web sia fatto di Firefox, IE, HTML, XHTML, Javascript o una qualsiasi altra tecnologia presente o futura, l’importante è che sia accessibile e che tale accessibilità sia misurabile senza troppe ambiguità.
Un tale livello di astrazione dalla tecnologia, però, porta ovviamente con sé non poche difficoltà. Soprattutto di sintesi e quindi di messa in pratica delle linee guida stesse.
Infatti, se leggendo le WCAG 1.0 anche un semplice webmaster aveva un’idea tecnica generale di come sviluppare le proprie pagine web, per fare lo stesso con le WCAG 2.0 dovrà consultare precisi ma molto prolissi documenti correlati. Di contro, con le nuove linee guida sarà possibile un livello di precisione maggiore, e una maggiore compatibilità.
[Fonte: Punto Informatico]