Meno della metà degli italiani accede alla rete.
La situazione, non certo entusiasmante, non può che ripercuotersi anche sul resto dei settori, dalle aziende alla sanità.
Questi, almeno, i dati emersi da una ricerca effettuata da Confindustria.
Il report, presentato in occasione dell’Osservatorio Italia Digitale 2.0, traccia i contorni di un’Italia ancora “sconnessa”, sicuramente non al passo delle concorrenti europee.
Riportiamo alcune evidenze presenti nel documento:
– mediamente, più del 30% delle aziende ignora internet come piattaforma di lavoro e di comunicazione; la percentuale sale al 43% se prendiamo in considerazione le micro imprese.
– le grandi aziende (oltre 50 dipendenti) sembrano essere più vicine al mondo delle nuove tenologie. La percentuale che adotta piattaforme ICT è allineata rispetto agli altri 27 paesi dell’Unione Europea.
– gli imprenditori, purtroppo, preferiscono un uso strumentale del web e non un asset strategico per sviluppare nuovi business.
– collegamenti in mobilità: nella seconda metà del 2008 gli utenti connessi da un device portatile sono stati 6 milioni di individui, ovvero il 28% degli utenti internet. L’utilizzo di internet mobile appare essere segmentato in due cluster principali: business users (imprenditori e dirigenti) e giovani (studenti).
Il report riporta anche alcuni dati riguardanti le utenze private.
Sebbene il numero delle connessioni sia aumentato, permane sempre un digital divide che non permette al 12% della popolazione italiana di connettersi in rete.
A questa occorre sommare quelle famiglie che, pur potendo navigare perchè raggiunte dalla banda larga, non usano la rete perchè sprovviste di un personal computer.
Così come nelle scuole: quasi la totalità degli istiuti sono provvisti di un sito internet e di un collegamento a banda larga ma questi benefici tecnologici non impattano sui programmi didattici, rimandendo di supporto alla sola amministrazione.
Altro punti: le istituzioni e la sanità. La presenza online di servizi al cittadino è limitata solamente alla consultazione delle informazioni. Raramente (4% dei comuni italiani) si riscontra la presenza di servizi interattivi che porterebbero ad un importante risparmio di tempo e denaro.
Così come nella sanità. La creazione di un database comune che raccolga tutte le cartelle cliniche dei pazienti in modo centralizzato aumenterebbe l’efficienza diagnostica e la velocità operativa delle strutture sanitarie.
[Fonte: Codice Internet]